Una risposta efficace ed efficiente in termini di risparmio energetico per la casa anche alle alte latitudini, laddove il sole lambisce con un’inclinazione decisamente bassa la superficie terrestre, è data dal solare termico.
A differenza del fotovoltaico, il solare termico si basa sulla capacità dei raggi solari di riscaldare il liquido di un impianto chiuso – detto primario – che cede in un secondo tempo l’energia termica accumulata all’impianto secondario, da cui esce acqua sanitaria o acqua per il riscaldamento.
Il primo punto su cui concentrarsi è dato dalla modalità di realizzazione dell’impianto, che si divide principalmente in tre tipi: a pannello scoperto, a pannello vetrato, a pannello sottovuoto.
La differenza sta nella capacità di isolamento dell’impianto primario che può riscaldarsi dal 30 al 70% in più rispetto alla temperatura esterna.
Il massimo isolamento si ha ovviamente nei pannelli sottovuoto, adatti ai climi più freddi anche se più costosi per la complessità dell’impianto stesso.
Per una casa media, in Italia, anche il pannello più economico, ovvero quello scoperto, è sufficiente a riscaldare l’acqua per gli usi termosanitari; nelle regioni più fredde o alle altitudini superiori è possibile integrare il fotovoltaico termico con un normale impianto di riscaldamento, meglio se a metano; l’acqua sarà preriscaldata dal termico e portata alla temperatura desiderata (40-50 °C) dall’impianto tradizionale con un risparmio pari al 15-20% dell’energia utilizzata senza preriscaldamento.
Il pannello richiede una manutenzione molto bassa che può essere affidata agli stessi proprietari senza l’intervento di un'impresa esterna.
Le operazioni periodiche da effettuare con cadenza annuale o biennale sono il controllo del liquido interno all’impianto primario con l’eventuale aggiunta di antigelo per scongiurare rotture dovute al congelamento dell’acqua e la pulizia delle superfici captanti i raggi solari.
La superficie necessaria da progettare per riscaldare acqua sanitaria in una casa abitata da quattro persone è di circa 1/5 della superficie abitata.
Insomma per un appartamento di 100 mq occorrono 20 mq di pannelli.
Il risparmio in Italia sarebbe fortissimo nelle regioni meridionali dove si calcola esistano ancora oltre 8 milioni di scaldabagni elettrici, molto inquinanti e per nulla ecologici.
Per il riscaldamento, invece, si va da un minimo di 0,5 a un massimo di 3 mq di superficie captante ogni 10 mq abitabili; nei climi freddi si consiglia di integrare il solare termico con altre forme di riscaldamento rinnovabili (legna o pellet, con vetri termici, etc.), oltre ad adottare accorgimenti strategici in fase di progettazione/restauro (altezza dei soffitti, esposizione, etc.).