La riduzione di consumi di energia elettrica in particolare è naturalmente solo una tappa nella più ampia battaglia contro lo spreco di energia, qualunque sia la forma da essa assunta, anche se tale energia dovesse derivare da fonti rinnovabili.
È una battaglia che ci chiedono di affrontare le nuove generazioni alle quali affideremo il pianeta in uno stato senza dubbio peggiore rispetto a come lo hanno consegnato a noi le generazioni che ci hanno preceduto.
Cosa fare per contribuire a limitare i danni?
A volte ci sentiamo impotenti davanti a sfide che appaiono così sproporzionate alle nostre forze. In realtà non è così.
Anzitutto evitiamo qualunque derivato dell’industria chimica, una delle più onerose in termini di consumo energetico anche per la facilità con cui si usano e si gettano i suoi prodotti.
Senza demonizzare un comparto economico e tecnologico di primo piano della società post-industriale, i prodotti chimici vanno utilizzati solo se indispensabili e non sostituibili con analoghi prodotti dallo stesso effetto.
Per la pulizia della casa e per quella della persona si può cominciare ad adottare il primo provvedimento che metta al bando la chimica e i suoi derivati. Per pulire molte superfici (tra cui le onnipresenti piastrelle) un prodotto naturale quale il bicarbonato di sodio, sciolto in poca acqua, è ottimo per far risplendere e igienizzare.
Evitiamo gli inquinantissimi anticalcare e adoperiamo l’aceto, che possiede una carica acida capace di neutralizzare il calcare più protervo.
Con limoni, sale grosso, aceto e acqua si può produrre un ottimo detersivo per lavastoviglie, senza spreco di additivi chimici.
Nella dieta quotidiana possiamo combattere un enorme spreco energetico, quello necessario a produrre il PET per le famigerate bottiglie di acqua minerale. Bere l’acqua dell’acquedotto (eventualmente depurata con l’aiuto di apparecchiature specifiche, oggi sempre più economiche) aiuta ad abbattere l’uso di moltissima energia necessaria a sintetizzare il PET a partire dal petrolio.
Una dieta a base di verdura biologica abbatte drasticamente la quantità di anidride carbonica e di energia necessaria a produrre il cibo consumato: non si può dire lo stesso della carne, che per quanto biologica necessita comunque di un maggior apporto di energia.
Si calcola che per produrre un kg di carne si emette nell’atmosfera più gas serra di una automobile che percorra 250 km: da questa semplice proporzione si vede come anche scelte quotidiane, se consapevolmente condotte, possono molto nel combattere gli sprechi di energia e nell’assicurare così un futuro prospero alle generazioni che verranno.